Per diastasi addominale intendiamo l’allontanamento progressivo dei due muscoli retti addominali. Questo è causato dallo sfibramento della linea alba, una sottile fascia di tessuto poco elastico ma molto resistente che attraversa la parte centrale dell’addome.
Cos’è e come si presenta la diastasi addominale?
Il segno caratteristico è una sorta di protrusione, “pinna”, che si forma, spesso sotto sforzo, in corrispondenza della linea centrale dell’addome. Inoltre, quasi sempre, troveremo un eccesso di pelle e di tessuto adiposo.
Se in alcuni casi finisce col trattarsi solo di un problema di tipo estetico, in altri può portare complicazioni e diventare una vera e propria patologia. Possono subentrare infatti dolori addominali, lombalgia, incontinenza urinaria, nausea e perfino difficoltà respiratorie e digestive.
La diastasi addominale è riferita principalmente come conseguenza della gravidanza. La causa è dovuta allo stiramento del muscolo retto addominale per la pressione esercitata dall’interno dal continuo accrescimento dell’utero. Di conseguenza avremo una flaccidità della linea alba, che quindi aumenterà di larghezza, distanziando maggiormente i bordi mediali del muscolo retto dell’addome rendendo, quindi, deficitaria la sua funzione.
La separazione del muscolo retto addominale si risolve fisiologicamente entro 6-8 mesi dal parto. Se questo non avviene, il primo segno è visivo.
La diastasi addominale però, può verificarsi anche come conseguenza di un eccessivo aumento di peso, di attività sportiva inadeguata o dell’alterazione di alcuni tessuti a seguito dell’avanzare dell’età.
Come si valuta la diastasi addominale?
La diagnosi è principalmente clinica. Inoltre, si può effettuare un semplice test di autovalutazione. Vediamo come eseguirlo:
- Sdraiati supino, piega le ginocchia tenendo la pianta dei piedi appoggiati a terra. Metti una mano dietro la testa e l’altra sopra i muscoli addominali. Le dita devono essere sopra la linea mediana ma parallele alla linea della vita all’altezza dell’ombelico.
- Premi leggermente con le dita sul muscolo addominale rilassato.
- Solleva testa e spalle dal pavimento e, senza piegare il collo nè avvicinare il mento allo sterno, contrai i muscoli addominali in un “crunch”.
- Muovi le dita a destra e sinistra cercando le pareti del muscolo. In presenza di diastasi sentirete una specie di fossa tra i due fasci muscolari, che non diminuisce continuando l’esercizio.
Si parla di diastasi quando:
- la distanza tra i retti addominali, al tatto, è larga almeno 2-3 dita;
- non si ha un buon reclutamento della muscolatura addominale;
- si nota una piccola escrescenza che fuoriesce (pinna).
A questo punto è consigliabile una valutazione medica. In genere, il medico diagnostica la diastasi addominale attraverso il solo esame obiettivo. In caso di dubbi consiglierà di eseguire un’ecografia dei muscoli della parete addominale per valutare l’entità. È importante che il medico ecografista specifichi bene sul referto i centimetri di distanza e che cerchi eventuali ernie.
Come interviene la fisioterapia
L’intervento chirurgico non è l’unica soluzione alla diastasi dei retti addominali. Si può intervenire anche in maniera conservativa grazie alla Fisioterapia Dermato-funzionale. Dopo un’attenta valutazione fisioterapica, si programmerà un percorso personalizzato che prevede principalmente l’utilizzo di Tecar terapia, con lo scopo di migliorare la qualità del tessuto connettivo e muscolare. La Tecar ci aiuterà ad ottenere quindi, un addome più tonico, più vascolarizzato e definito, ma soprattutto un addome più funzionale.
Inoltre, molto utile, risulterà l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Funzionale, in quanto permette di accelerare il rinforzo della parete addominale ma anche migliorare la consapevolezza del reclutamento della muscolatura addominale (spesso assente nei casi di diastasi grave). Oltre al rinforzo passivo, sarà indispensabile anche un rinforzo attivo.
Quali esercizi si possono eseguire?
Diversi studi hanno dimostrato che l’esecuzione di esercizi addominali classici possono aumentare in maniera importante la pressione intraddominale con conseguente incremento del rischio di discesa degli organi presenti nella cavità pelvica (prolasso), incontinenza, rilassamento del muscolo perineale e formazione di ernie addominali e inguinali.
Vediamo insieme come allenare in maniera corretta la parete addominale in caso di diastasi:
ESERCIZIO 1 – VACUUM ADDOMINALE
POSIZIONE DI PARTENZA: Sdraiati supino, ginocchia piegate e piedi in appoggio sul tappetino. La colonna è ben adesa al suolo, muscolo retto dell’addome rilassato.
ESECUZIONE: inspira gonfiando il torace, poi espira profondamente (fino ad espellere tutta l’aria) spingendo l’ombelico in basso verso la colonna vertebrale. Rimani in apnea per 10-15 secondi risucchiando tutta la pancia in dentro.
Ripeti 8-10 volte.
ESERCIZIO 2 – CORE STABILITY IN OPPOSIZIONE GAMBA
POSIZIONE DI PARTENZA: Sdraiati supino, ginocchia piegate e piedi in appoggio sul tappetino. La colonna è ben adesa al suolo, muscolo retto dell’addome rilassato.
ESECUZIONE: porta il piede sinistro sul ginocchio destro e le mani sul ginocchio sinistro con le punta delle dita rivolte verso l’alto. Inspira gonfiando il torace, poi espira profondamente (porta l’ombelico in dentro) spingendo le mani contro il ginocchio sinistro.
N.B.: nulla deve muoversi, il ginocchio si oppone alla spinta delle mani.
Ripeti 10 volte per lato.
ESERCIZIO 3 – CORE STABILITY IN DOPPIA OPPOSIZIONE
POSIZIONE DI PARTENZA: Sdraiati supino, ginocchia piegate e piedi in appoggio sul tappetino. La colonna è ben adesa al suolo, muscolo retto dell’addome rilassato.
ESECUZIONE: porta entrambe le gambe al petto mantenendo i piedi leggermente più alti delle ginocchia; poggia le mani sulle ginocchia corrispondenti mantenendo le dita rivolte verso l’alto. Inspira gonfiando il torace, poi espira profondamente (spingi l’ombelico in dentro) spingendo le mani contro le ginocchia.
N.B.: nulla deve muoversi, le ginocchia si oppongono alla spinta delle mani. Nel caso in cui la posizione di partenza induca un precoce affaticamento agli arti inferiori, lo stesso esercizio può essere svolto appoggiando i piedi ad una parete.
Ripeti 10 volte.
ESERCIZIO 4 – RANA
POSIZIONE: Sdraiati supino, ginocchia piegate e piedi in appoggio sul tappetino. La colonna è ben adesa al suolo, muscolo retto dell’addome rilassato.
ESECUZIONE: porta le gambe verso il petto, piedi leggermente più alti delle ginocchia, talloni uniti, piedi in posizione di V (“rana”). Posiziona i gomiti all’interno delle ginocchia, palmo delle mani unite. Inspira, poi espira profondamente mentre spingi con i gomiti verso l’esterno e le gambe spingono in direzione opposta.
Ripeti 10 volte mantenendo l’espirazione per 3 secondi.
ESERCIZIO 5 – TWIST
POSIZIONE DI PARTENZA: siediti con le gambe incrociate, bacino in leggera antiversione, colonna dritta. Mantieni le braccia a semicerchio davanti al petto, avvicina le scapole.
ESECUZIONE: Espira profondamente ruotando il busto a sinistra (controlla sempre l’ombelico); inspira tornando in posizione di partenza, poi espira profondamente e ruota a destra. Mantieni ogni espirazione per almeno 3 secondi spingendo l’ombelico in dentro.
Ripeti 10 volte.
ESERCIZIO 6 – CAT STRETCH
POSIZIONE DI PARTENZA: mettiti a carponi (ginocchia allineate con le anche e mani allineate con le spalle).
ESECUZIONE: espira profondamente curvando la schiena, spingi le mani contro il suolo e l’ombelico in dentro verso la colonna; inspira portando il bacino in antiversione (la curva della schiena si inverte) ed avvicina le scapole tra loro.
Ripeti 10 volte.
ESERCIZIO 7 – IL PONTE
POSIZIONE DI PARTENZA: Sdraiati supino, ginocchia piegate, piedi in appoggio sul tappetino e braccia lungo i fianchi.
ESECUZIONE: Inspira, poi espira profondamente mentre sollevi il bacino in alto. Rimani in posizione per qualche secondo continuando a contrarre addominali (spingi l’ombelico in dentro) e glutei. Torna giù mentre inspiri.
Ripeti 10 volte.
Se hai bisogno di ulteriori consigli o di una valutazione fisioterapica, puoi rivolgerti allo Studio di Fisioterapia Chiffi a Patù.