Tendinite della zampa d’oca: di cosa si tratta

Se soffri di dolore sulla porzione anteriore bassa e interna del ginocchio, potresti soffrire di una tendinite della zampa d’oca. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Tendinite della zampa d’oca: cos’è e come si manifesta

La zampa d’oca è costituita dai tendini di tre muscoli della coscia: sartorio, gracile e semitendinoso. Questi tre muscoli partecipano nei movimenti di flessione e rotazione interna del ginocchio, oltre a stabilizzare l’articolazione.

Tra questo complesso tendineo e la tibia è presente, inoltre, una borsa sinoviale (borsa anserina) che in questo caso è spesso coinvolta nel processo infiammatorio (borsite anserina).

Immagine da 3D4 Medical

La tendinite della zampa d’oca si presenta con un dolore acuto e urente, soprattutto nel salire e scendere le scale e alla palpazione, ma talvolta il dolore è anche notturno o a riposo. Spesso si associano edema e gonfiore nella parte interna del ginocchio (in caso di borsite anserina).

Cause e fattori di rischio

Le cause di una tendinite della zampa d’oca sono diverse:

  • Sovraccarico funzionale o microtraumi ripetuti nel tempo (gesti ripetitivi che coinvolgono il ginocchio);
  • Trauma diretto;
  • Tensione muscolare dei muscoli che formano la zampa d’oca (sartorio, gracile, semitendinoso) che può portare ad un sovraccarico tendineo;
  • Ginocchio valgo;
  • Lesione del menisco mediale o del legamento collaterale mediale.

Colpisce soprattutto gli sportivi che praticano corsa, ciclismo, step e altri sport che coinvolgono l’arto inferiore, persone in sovrappeso, sesso femminile e soggetti con gonartrosi (artrosi del ginocchio).

Diagnosi e cura

La diagnosi si basa principalmente su un esame obbiettivo. Possono tuttavia essere utili ecografia e Risonanza Magnetica come approfondimento del quadro clinico.

Si tratta di una patologia non particolarmente problematica, ma è importante intervenire tempestivamente per evitare cronicizzazioni.

Il primo approccio da tentare è il riposo dalle attività che portano a una esacerbazione del dolore e l’applicazione del ghiaccio per 20 minuti, 2-3 volte al giorno.

Nel caso in cui il dolore dovesse persistere interviene la fisioterapia.

Per ridurre l’infiammazione si può intervenire con Tecar, Laser YAG ad alta potenza o Onde d’urto radiali. Potrebbero essere, inoltre, utili una terapia manuale miofasciale per ridurre le tensioni nei muscoli della coscia ed esercizi di allungamento e rinforzo muscolare. Sarà comunque il fisioterapista a valutare, caso per caso, l’approccio terapeutico più indicato.

Nello sportivo è altresì importante una correzione del gesto motorio sportivo.

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